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Il Battesimo
Il Battesimo è il sacramento attraverso il quale si entra a far parte della Chiesa. Con il Battesimo la persona è purificata da tutti i peccati e diventa cristiana, ricevendo il proprio nome all’interno della comunità dei fedeli. Il rito essenziale consiste nell’immergere nell’acqua il candidato o nel versargli dell’acqua sul capo, mentre viene invocato il nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Il Battesimo può essere ricevuto, una sola volta nella vita, da qualsiasi persona non ancora battezzata. 

L’esistenza stessa della Chiesa e del suo ministero trae le proprie origini dall’esortazione fatta agli apostoli da Gesù: «andate dunque ed istruite tutte le genti, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo; insegnando loro ad osservare quanto vi ho comandato», che pone il Battesimo al centro della missione evangelizzatrice degli apostoli e dei loro successori, fino alla fine dei tempi. Già a partire dal primo secolo quindi per entrare a far parte della comunità cristiana era indispensabile farsi battezzare. 
È probabile che, dopo una primissima fase in cui non esistette un ministro esclusivo per l’amministrazione del Battesimo, almeno dal II secolo, questa funzione fondamentale fosse destinata al capo della comunità, il vescovo. Il Battesimo era impartito prevalentemente agli adulti, ai quali era richiesta una esplicita professione di fede e l’impegno a seguire gli insegnamenti evangelici, rinunciando definitivamente ad ogni tipo di idolatria. 
Quando il numero di pagani che si volevano convertire cominciò ad aumentare sensibilmente, l’accesso al sacramento fu regolamentato e fatto precedere da un periodo, chiamato Catecumenato – durante il quale al candidato venivano insegnati i principi fondamentali della religione cristiana – che si concludeva con la celebrazione dei tre sacramenti dell’iniziazione cristiana: Battesimo, Confermazione ed Eucaristia. Già dal II-III secolo, l’aspirante cristiano doveva farsi presentare da una persona di provata fede (fideiussor) che garantisse per lui. Se il catecumeno veniva accettato, entrava immediatamente a far parte della Chiesa, ma non era ancora considerato un fedele. Per diventarlo egli doveva compiere un percorso catecumenale che poteva anche durare anni. 
A partire dal IV secolo, dopo l’editto di Costantino e la fine delle persecuzioni contro i cristiani, il numero delle persone che volevano convertirsi aumentò enormemente. Molti di loro però, una volta ammessi e divenuti catecumeni, procrastinavano la celebrazione del sacramento battesimale, rimanendo tali per molti anni. Questa abitudine era deprecata dai vescovi, che la ritenevano un espediente per non assumersi fino in fondo le proprie responsabilità e non dover rendere conto della propria condotta morale. I vescovi esortavano continuamente questi indecisi, richiamandoli ai loro doveri e invitandoli a fissare una data per il loro Battesimo. Una volta deciso il giorno, il catecumeno diventava competente (o eletto) e cominciava la vera preparazione al Battesimo, che avveniva nel periodo quaresimale, durante la quale avevano luogo i vari riti che precedevano il Battesimo vero e proprio, amministrato nella notte di Pasqua. Finalmente battezzato, il fedele indossava per una settimana la tunica bianca, simbolo dell’avvenuta purificazione e rigenerazione spirituale. 
Dal V secolo, con l’aumentare del numero delle famiglie cristiane che desideravano battezzare i propri figli alla nascita o nei primi anni di vita, il catecumenato cominciò a perdere importanza. Se è vero che i battesimi degli adulti erano ancora praticati in gran numero dai missionari incaricati di convertire le popolazioni barbariche, è evidente che quelle situazioni non permettevano lo svolgimento di un’adeguata preparazione catecumenale. Per gli infantes ovviamente non era più possibile parlare di catecumenato, si rese quindi necessaria una sostanziale riorganizzazione di tutto ciò che concerneva il sacramento del Battesimo, dalle modalità di preparazione fino alla celebrazione del rito. Questa trasformazione tuttavia non fu repentina ma, al contrario, avvenne progressivamente, man mano che la pratica di battezzare i bambini diventava sempre più diffusa.
La conseguenza maggiore di questo cambiamento fu la necessità di rimodellare la figura del padrino – già presente anche nel rito degli adulti – in colui che partecipa attivamente al sacramento, interagendo con il ministro al posto del battezzato e facendosi carico dell’educazione cristiana di quest’ultimo. Un’altra importante modifica riguardò la possibilità di battezzarsi in qualsiasi periodo dell’anno e non più solo per Pasqua. Incoraggiando il battesimo precoce dei bambini, da celebrare nei primissimi giorni di vita, l’amministrazione del sacramento cessò di essere una cerimonia collettiva, trasformandosi in un rito personale, i cui tempi erano ormai inevitabilmente legati al momento della nascita.

Aspetti normativi e liturgici post-tridentini

Ministro ordinario del Battesimo era il sacerdote, in particolare l’esercizio di questo ministero era riservato al parroco o ad un altro sacerdote autorizzato dal parroco o dall’Ordinario del luogo. Il parroco, nel suo territorio, poteva battezzare anche persone estranee alla propria parrocchia. Fuori dai confini della parrocchia invece, nessun parroco, senza la debita autorizzazione, poteva conferire il sacramento, neppure ad un proprio parrocchiano. 
Il Battesimo era detto solenne, se amministrato seguendo tutti i riti e le prescrizioni stabilite dal rituale, oppure non solenne o privato in tutti gli altri casi. Se la persona che doveva ricevere il sacramento si trovava in pericolo di morte, il Battesimo poteva infatti essere conferito in forma privata, da chiunque, purché con la debita materia, forma e intenzione. In questo caso, se chi lo amministrava non era un sacerdote o un diacono, ci si doveva limitare a fare solo il minimo necessario alla validità del sacramento. Le cerimonie omesse durante l’amministrazione in forma privata del Battesimo, dovevano poi essere comunque supplite quanto prima in chiesa, una volta cessato il pericolo.
Quando esisteva il dubbio che il battezzando fosse già stato battezzato oppure non possedesse i requisiti necessari, il Battesimo era conferito sub conditione, cioè a patto che questi requisiti sussistessero.

Il rito del Battesimo aveva inizio fuori dalla chiesa. Il sacerdote, il padrino e il catecumeno si trovavano di fronte all’edificio, a simboleggiare che in quel momento il battezzando non faceva ancora parte della comunità dei fedeli. Il sacerdote chiedeva quale fosse il nome che si intendeva imporre e, dopo essersi accertato riguardo allo scopo per cui si voleva entrare in chiesa, procedeva al primo degli esorcismi mediante il gesto della triplice insufflazione con l’alitazione sul volto del battezzando, ad indicare la trasfusione dello Spirito Santo, seguito dal segno della croce sulla fronte e dall’imposizione delle mani sulla testa; poi concludeva mettendogli del sale sulla bocca, a simboleggiare la sapienza donata al cristiano. Continuavano gli esorcismi, seguiti dal segno della croce e da un’altra imposizione delle mani. A questo punto il sacerdote, ponendo un lembo della stola sul petto del battezzando, lo faceva entrare in chiesa e si procedeva alla recita del Credo e del Padre Nostro. Poi avevano luogo l’esorcismo solenne, l’Effeta e la rinuncia a Satana, seguite dall’unzione con l’olio dei catecumeni. Si passava poi al fonte battesimale per compiere finalmente il vero e proprio Battesimo. Prima però occorreva ribadire ancora una volta la volontà di aderire alla Chiesa, mediante un’esplicita professione di fede. A questo punto, mentre il bambino era tenuto dal padrino o dalla madrina, o da entrambi, il sacerdote prendeva l’acqua battesimale con un piccolo recipiente e la infondeva tre volte sulla testa del bambino, con un movimento in forma di croce, invocando la Santa Trinità, dopodiché si procedeva all’unzione crismale, facendo poi indossare al battezzato la veste bianca, simbolo dell’anima che era stata purificata dai peccati. Il rito si concludeva con la consegna al padrino della candela accesa, a significare la fede ricevuta.
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